mercoledì 31 ottobre 2012

Sandy Minds


Trionfo mediatico dell'uragano Sandy, che ha monopolizzato per giorni l'attenzione dei mezzi di comunicazione e ottenuto ottimi livelli di audience. Un successone.
L'attesa della catastrofe, immeritata crudeltà della natura, in procinto di abbattersi su New York e sulla sua popolazione, e la speranza dell'arrivo, da un momento all'altro, di Superman in volo: non c'è niente da fare, gli americani ci fregano con i disastri. Noi non possiamo competere con le quattro dita di neve dell'anno scorso a Roma, impavidamente affrontate a colpi di sale fino da un sindaco che ha costruito la sua carriera politica facendo a botte anzichè ragionando, mentre forse Topo Gigio sarebbe stato il supereroe che avrebbe potuto salvare la nostra Capitale dal caos. Nessuno ci farebbe su un film.
Invece, càspita, l'uragano più violento che si ricordi si abbatte su New York, è tutt'altro mix di effetti speciali, la presa sul pubblico è assicurata. E infine la tragedia dei 40 morti statunitensi, ben più prontamente enfatizzata dei 50 haitiani: anche la morte ha un valore indicizzato in base al reddito.
Ma in questo bel film d'azione per grande pubblico, è mancato un protagonista. Mi sarei aspettato, nel ruolo di cattivo, qualcuno che invece non è stato ingaggiato nemmeno come comparsa.
"Immeritata crudeltà della natura" ? Ne siamo sicuri ? C'è una trama, una causa, un generatore dietro l'attacco pluviale che ha così duramente messo alla prova la Libertà Occidentale e la sua statua ?
Un uragano è pur sempre un evento naturale, anche se eccezionale a latitudini temperate: quale oscura forza del male può essere in grado di provocarlo ? La Spectre ? L'Enigmista ? Il potente soffio del lupo cattivo ? Un complotto ordito dalla salma di Bin Laden dal fondo del mare con la complicità di un medium appositamente addestrato in qualche madrasa di Islamabad ?
Come accade in generale da molti mesi a questa parte, anche in questo caso nessun telegiornale, nessun commentatore, nessun cronista, nessuno di coloro che hanno contrbuito alla sceneggiatura di questo kolossal catastrofico, ha osato pronunciare le parole: "effetto serra", "riscaldamento globale", "cambiamenti climatici". Il sipario è calato sull'argomento ed una pesante ed insonorizzata pietra tombale è stata posta su ogni dibattito e discussione.
Tabù. Sembra che un saldo vincolo omertoso leghi tutti i mezzi di informazione nell'intento di far scordare all'opinione pubblica l'effetto che gli agi del nostro stile di vita hanno sul clima. Mentre la crisi economica morde al sedere tutti i profitti, l'idea che ridurre i consumi sia una saggia necessità anzichè una disgrazia recessiva va messa a tacere, seppellita e tumulata.
Eppure, le evidenze empiriche sono sempre più solide: più consumi, più anidride carbonica, ne segue effetto a cascata sugli altri gas-serra a cominciare dal vapore acqueo; e quindi più effetto serra, atmosfera più calda, più energia disponibile, maggiori differenze medie di temperatura tra masse d'aria, perturbazioni più veloci e più violente (oltre ad altri eventi che un tempo potevano essere detti "estremi", a seconda delle latitudini, delle stagioni e delle "attitudini" climatiche locali: siccità prolungate, gelate, ondate di caldo, inondazioni).
Nessuno, beninteso, oserebbe dire che l'effetto serra è LA causa, chiara ed univoca, di uno specifico uragano nè di uno specifico evento di siccità. L'effetto serra fa aumentare le PROBABILITA' che tali tipi di eventi si verifichino (e quindi se ne può constatare l'effetto sul numero e la frequenza degli "eventi estremi" in un arco di tempo e in una diversità di situazioni sufficientemente ampi).
Ora di queste cose non si può più parlare per non dissolvere l'illusorio miraggio di una ripresa economica che non ci sarà mai ?
Figuriamoci negli Stati Uniti nel clou della campagna elettorale: parlare della necessità di ridurre i consumi e quindi di contrarre produzioni e commerci delle mille stupidaggini inutili che acquistiamo senza alcuna necessità, sarebbe un suicidio politico: chissà quanti voti si perderebbero dicendo la verità.
Così dobbiamo assistere al kolossal - thriller - tutto - azione - e - suspence dell'urgano che flette i grattacieli di Manhattan rimanendo il più possibile ignari della parte più avvincente ed interessante della trama. Il cattivo del film rimane nascosto ed innominabile, da sceneggiatori che puntano più sull'appariscenza degli effetti che sulla costruzione della storia. E' un "cattivo" dalle mille diramazioni e dai molti tentacoli, i cui piani perversi estendono i loro esiti ovunque e su tempi lunghi; e dovremmo fare finta di non riconoscerlo nemmeno nei suoi effetti più immediati e palpabili. Il nemico oscuro e tenebroso che trama contro di noi sono i nostri esagerati consumi; ma in tempi di crisi quella è una forza ostile che non si può additare: l'economia di mercato ha bisogno che le nostre menti rimangano inerti e pesanti come sabbia.

domenica 28 ottobre 2012

Il Paese che amo


Dunque, ricapitoliamo: dopo vent'anni di disastri e ridicolaggine, sembrava che Berlusconi, alla luce del sotto-zero assicuratogli dai sondaggi, non si ricandidasse come Presidente del Consiglio per le prossime elezioni e si accontentasse del seggio da Senatore con realtive tutele su arresti e intercettazioni, ma in realtà i giornalisti comunisti lo avevano frainteso.
Due giorni di assenza dalla politica, e una condannuccia per avere rubato 17 miliardi e mezzo all'erario, lo hanno convinto di essere ancora e più che mai indispensabile a questo Paese.
Cominciano ora a delinearsi i punti essenziali del suo salvifico programma per tutelare noialtri comuni cittadini, ignari di quello che la Magistratura sta tramando ai nostri danni.
1) Berlusconi in effetti non si propone come Capo del Governo, ruolo che verrà affidato dalle apposite Primarie a una personalità autorevole ed indipendente, come per esempio Piersilvio Berlusconi o Marina Berlusconi o Giuliano Ferrara. Berlusconi guiderà le riforme necessarie alla nostra salvezza da una posizione istituzionale di un certo prestigio ancora da definirsi, ad esempio Zar.
2) L'Italia esce dall'Euro e dichiara guerra alla Germania.
3) La nuova moneta sarà il Buono. Concepito originariamente come Buono Sconto per l'acquisto di "Chi" o di "Sorrisi e Canzoni", assumerà corso legale. Il cambio viene fissato in modo astutamente favorevole: 1 Buono = 2,5 Euro. Verranno emesse pezzature da 500 Buoni (effige del Gabibbo), 200 (effige della Santanchè), 100 (Minzolini), 50 (Cicchitto), 20 (Van Basten), 10 (Carlo Rossella), 5 (Minetti) e 1 Buono (Schifani).
Prevedendo l'eventualità che tale nuova moneta possa svalutarsi nel giro di trenta secondi da 2,5 a 0,00001 Euro, a causa di possibili oscuri complotti delle potenze ostili Francia e Germania sui mercati internazionali, la conseguente crisi economica, coerentemente con quanto già proposto dalla Sapienza monetaria dello Zar, verrà agevolmente risolta stampando più Buoni.
4) Una moneta speciale, il Buono non Covertibile, verrà utilizzata per il pagamento degli stipendi dei magistrati. Il Buono non Convertibile assume corso legale solo con l'apposizione della firma autografa dello Zar.
5) A proposito: Riforma della Giustizia: il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura non sarà più una presenza rappresentativa, ma avrà funzione direttiva, con il compito di guidare ed indirizzare operativamente l'attività dei magistrati, indicando quali reati perseguire, con ovvia prevalenza per i furtarelli di strada. Il Presidente del CSM, pertanto, non potrà più essere il Presidente della Repubblica ma una personalità di spicco, competente, e di limpida rilevanza isituzionale, nominata direttamente dallo Zar. Molto gettonato il nome di Capezzone.
6) Necessaria una nuova legge elettorale: invece di un iniquo premio di maggioranza, è allo studio un meccanismo che privilegi il merito: ad esempio, detenere il controllo di più reti televisive e case editrici di giornali e settimanali, dimostrare di avere raggiunto un adeguato livello di attenzione da parte della magistratura per la maggiore varietà di reati, saranno criteri di valutazione per l'attribuzione della carica di Zar indipendentemente dai voti ottenuti. La presidenza di una squadra di calcio professionistica costituisce titolo preferenziale.
Proposta di legge elettorale che D'Alema ha subito definito "interessante".
7) Per salvaguardare i cittadini dalle falsità dell'informazione comunista, lo Zar si riserva qualche ritocchino nelle direzioni dei Telegiornali, del tipo Paolo Bonaiuti al TG1, Angelino Alfano come premio di consolazione al TG2 (con Matteo Renzi alle rubriche di moda, costume e cucina) e Adriano Galliani al TG3.

mercoledì 24 ottobre 2012

Non è Galileo, è solo Bertolaso

Polemiche (su scala mondiale) a non finire sulla sentenza de L'Aquila che ha condannato a sei anni di carcere per omicidio colposo plurimo i sette componenti della Commissione Grandi Rischi che, riunitisi una settimana prima del terremoto, minimizzarono il pericolo e, in conferenza stampa, tranquillizzarono la popolazione invitandola a ritornare nelle case.
Oggi ha detto la sua, come gli è usuale a sproposito, anche il Ministro-del-contrario-dell-ambiente Corrado Clini, che ha accostato questa condanna a quella di Galileo (per la quale non ha saputo neanche approssimare una datazione: "un pò di tempo fa").
Clini parla di condanna di scienziati per il solo fatto che hanno a che fare con l'incertezza probabilistica del loro mestiere. L'informazione in generale pretende di far passare l'idea che la Commissione sia stata condannata per l'incapacità di prevedere il terremoto.
E' il contrario. Dopo quella riunione del 31 marzo 2009, la Commissione Grandi Rischi DIMENTICO' completamente l'incertezza probabilistica del proprio mestiere ed invitò gli aquilani a rimanere tranquilli in casa. Il giudice non è impazzito, pretendendo che i sismologi avrebbero dovuto prevedere il terremoto. Il giudice ha constatato che, se un terremoto non si può prevedere, quasi a maggior ragione non si può prevedere che un terremoto NON ci sarà.
E la Commmissione Grandi Rischi, dopo la riunione del 31 marzo, ha fatto finta di poter prevedere che, in presenza di un lungo sciame sismico, un forte terremoto NON ci sarebbe stato.
Non è vero che da adesso in avanti tutti gli scienziati si rifiuteranno di fare previsioni sugli eventi geologici.
Non è stata condannata la Scienza.
La chiave di volta del concetto è la famosa telefonata intercettata di Bertolaso all'assessore regionale alla protezione civile Daniela Stati (PDL) in cui dfiniva la riunione della Commissione "un'operazione mediatica, fatta per tranquillizzare la gente".
Per questo non è stata condannata la Scienza. Se la Scienza si presta ad "operazioni mediatiche", passa immediatamente nel campo della Cialtroneria. E' stata condannata la Cialtroneria.
Se la risposta scientificamente più corretta è "non lo so", il dovere degli scienziati è rispondere "non lo so"; e dall'altra parte ci dev'essere un pubblico consapevole che "non lo so" è una risposta del tutto legittima e non ha niente di vergognoso.
Non c'è motivo che gli scienziati seri fuggano dalle responsabilità di fornire pareri: continueranno a farlo quelli che, quando necessario, avranno la forza e l'autorevolezza di dire "non lo so".
Ed è giusto che spariscano dalla scena (e che siano condannati) quelli che si prestano ad "operazioni mediatiche" e a risposte di comodo.
Galileo, caro sedicente Ministro Clini, non c'entra nulla.
Galileo fu condannato perchè mostrò al mondo la sua conoscenza empirica ed entrò in contrasto con il Dogma ed il Potere. Questi cialtroni sono stati condannati perchè, al contrario, hanno seppellito la loro scienza in ossequio al Potere del Bertolaso di turno.

mercoledì 17 ottobre 2012

Voglia di urlare

Si taglia la spesa sociale, si tagliano le spese sulla scuola (pubblica: alla scuola privata i finanziamenti - pubblici - non mancano mai), si tagliano le spese sulla sanità, non si pagano le tredicesime ai dipendenti pubblici, si aumentano le tasse, si riducono le pensioni. Ma è per il bene di tutti, non ci sono soldi, bisogna ridurre il debito dello Stato. Si fa un'autentica carognata a tutti i dipendenti, di aziende che dovevano ridurre gli organici, che avevano accettato di andare in mobilità con la prospettiva di raggiungere la pensione sulla base delle leggi allora esitenti, cambiando le regole del gioco ad accordi già presi. E non si possono tutelare tutti questi turlupinati, perchè "manca la copertura finanziaria". Bisogna salvaguardare il Bilancio, è per il bene di tutti.
E taglia che ti taglia, guarda un pò, rimane da spendere un pò di miliardi per l'Alta Velocità Torino-Lione, sfacelo inutile. Lì la copertura, miracolosamente, c'è.
Opera inutile perchè da 25 o 30 anni il traffico sulla ferrovia ordinaria è costantemente in calo, e la linea attuale è utilizzata appena al 25 % delle sue potenzialità. Inutile perchè ormai le linee del commercio internazionale si sono spostate verso l'Asia, le merci viaggiano via nave e arrivano nei porti, e le direttrici del trasporto ferroviario sono dai porti al centro dell'Europa, Nord-Sud, non più Est-Ovest. Inutile perchè il resto della rete ad alta velocità in Italia è stato costruito per treni passeggeri, per risparmiare. Avete mai visto passare un treno merci sulle linee ad alta velocità ? Mai. Solo Freccia Rossa. Far viaggiare treni merci, enormemente più pesanti, a 200 Km/h comporta ben altra costruzione e ben altra manutenzione. E quindi ? Ammettiamo pure che le merci arrivino ad alta velocità da Lione a Torino. E poi ? A 45 Km/h da Chivasso al resto d'Italia ?
Eppure per questa meraviglia i soldi ci sono. E' per il bene di tutti ? Possiamo sospettare che si tratti di un gigantesco tangentificio ?

Costituazione della Repubblica Italiana

Art. 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Quando la crisi era ormai alle spalle, e l'Italia l'aveva superata meglio degli altri Paesi Europei, come ripeteva quotidianamente una spassosissima gag del duo comico Tremonti-Berlusconi, avremmo dovuto acquistare 131 (centotrentuno !) caccia-bombardieri F-35, da assemblarsi a Cameri, praticamente qui dietro casa mia. Aerei da bombardamento; la domanda più ovvia che uno si potesse porre mi pareva: Da usarsi dove ? Come ? Perchè ? Non era affatto ovvia, se invece la questione della petulante donnetta novarese fu: "E i pacifisti non li vogliono ? Eh, ma sono posti di lavoro..." Con identica logica, anche lo spaccio di stupefacenti garantisce numerosi posti di lavoro, e andrebbe pertanto incentivato.
Prezzi modici, per i cacciabombardieri: 80 milioni di dollari cadauno (significa 8 miliardi e fischia Euro per tutto lo stock).

Con il nuovo Governo dei competenti tecnici, ecco ora sobria accortezza alla cura del Bilancio, tagli delle spese; si dice sobriamente al fornitore: "No grazie, guardi, la merce non ci interessa più." ? Macchè. Solo, invece di comprarne 131, se ne comprano 90. Novanta aerei da bombardamento ? Da usarsi dove ? Come ? Perchè ? Però, oplà, ecco che ieri, candidamente, sobriamente e facciadibronzamente, il segretario del Ministero della Difesa, generale Debortolis, ammette che gli 80 milioni di euro cadauno erano il prezzo del modello-base, eh... con tutti gli optional vengono via per 127 milioni, ma probabilmente alla fine, chiavi in mano, costeranno più del doppio del previsto.
E, miracolo, miracolo, la copertura finanziaria c'è. Per spendere il doppio in aerei da guerra (certamente non difensiva, trattandosi di bombardieri) una decina di miliardi in più o in meno non è così rilevante. E' per il bene di tutti ? Per mandare in pensione tutti gli esodati basterebebro cifre molto molto inferiori, ma la copertura finanziaria non c'è.
Noi non avevamo un omino dedicato apposta alla spending review ? Uno che sta lì per valutare, meditare, selezionare le spese necessarie e sfalciare quelle superflue ? Per poi, dopo avere tecnicamente e competentemente vagliato, soppesato e analizzato, uscirsene con un "Tagliamo di un tot percento tutte le voci di spesa del Bilancio" tra le ovazioni generali ? E dov'era lo spendingreviewista Bondi ? Era girato dall'altra parte ? In quel momento era al cesso e non si è accorto di niente ?
Possiamo sospettare che queste ricche e inutili forniture militari siano un gigantesco tangentificio ?

Ma non basta solo pareggiare il bilancio, bisogna rilanciare la crescita economica (per chi ha letto in passato come la penso sull'argomento, questa è la più spassosa di tutte). Semplificare, agevolare le imprese, alleggerire gli impedimenti burocratici. Ed ecco servito in tavola, sempre ieri, il "disegno di legge semplificazioni". Quache articolo è particolarmente illuminante su che cosa si intenda per "semplificazioni".

- Art. 19: "Nei casi in cui le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario, oltre alla eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile e econimicamente sostenibile, devono essere adottate misure" Capito ? Se le acque di falda contaminate determinano un rischo sanitario e l'eliminazione della fonte di inquinamento non è "economicamente sostenibile", una bella stretta di mano e va bene così. Perchè il principio del "chi inquina paga" vale in tutto il mondo e da noi mai ? E il rischio sanitario non riguarda il bene di tutti ?

- Art. 20: "Nei siti contaminati, in attesa degli interventi di bonifica e di riparazione del danno ambientale, possono essere effettuati tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di infrastrutturazione primaria e secondaria, nonchè quelli richiesti dalla necessità di adeguamento a norme di sicurezza, e più in generale tutti gli altri interventi di gestione degli impianti e del sito funzionali e utili all'operatività degli impianti produttivi e allo sviluppo della produzione". Chi ci ricorda ? In attesa degli interventi di bonifica (campa cavallo...) l'azienda inquinante può fare praticamente tutto quello che vuole. Articolino ad aziendam per l'ILVA di Taranto, a soddisfazione di Corrado Clini, Ministro del Contrario-dell-ambiente. Se un giudice applica a puntino la legge, se si può si cambia il giudice, se no la legge.

Pralina finale:
- Art. 12: in materia di edilizia si abolisce il "silenzio-rifiuto". Cioè, se si richiede un'autorizzazione per un intervento edilizio e la Pubblica Amministrazione competente non risponde entro 45 giorni, vale il "silenzio-assenso" e si può partire con i lavori. E va bè. Anche qualora "l'immobile oggetto dell'intervento sia sottoposto a vincoli ambientali, paesaggistici o culturali".
Come come come ???? Lasciare al silenzio-assenso la possibilità di interventi edilizi in spazi vincolati ? E i vincoli paesaggistici, ambientali e culturali non sono tali per la salvaguardia del bene di tutti ? Ci vuole tanto a capire dove si va a parare ? Qui non si tratta di un articolino ad aziendam: è proprio riuscito così, ad minchiam. Per cementificare con qualsiasi obbrobrio gli angoli più belli d'Italia non sarà neanche più necessaro estorcere un permesso. Basterà invitare a cena il primo assessore che capita e convincerlo a tergiversare e ritardare un pò l'iter delle pratiche, e un bel residence dentro il Colosseo sarà del tutto regolare.

E questo sarebbe il fior fiore dei competenti, sobri e rigorosi tecnici ?
Ma ridateci Fanfani !

martedì 16 ottobre 2012

Appendice ai Campi Flegrei


Charles Lyell trattò dunque molto estesamente il vulcanismo del Golfo di Napoli in cerca di argomentazioni a supporto del suo unformismo e gradualismo, proprio all'interno dello scenario più catastrofista possibile.
Ma la sua incursione in territorio nemico era stata addirittura temeraria: Lyell stuzzicava l'orsacchiotto ignorando la presenza di mamma orsa alle sue spalle. Per le conoscenze di allora, infatti, non poteva sapere che l'intera area dei Campi Flegrei è un enorme cratere di una gigantesca e catastrofica eruzione esplosiva avvenuta circa 40000 anni fa, rispetto alla quale il Vesuvio non è che un foruncolo secondario e marginale, e le 44 bocche eruttive visibili nell'area, e lo stesso bradisismo puteolano, con i suoi lenti sollevamenti e sprofondamenti che tanto gratificarono il padre della geologia moderna, non sono che i sintomi residuali.
L'evento ebbe testimoni ma non cronisti: Homo sapiens era giunto in Europa dall'Africa, via Medio Oriente, da non molto tempo (circa 15000 anni prima), e coesisteva con la specie sorella Homo neanderthalensis, che aveva seguito la stessa via oltre 300mila anni prima, e si sarebbe estinta circa 10000 anni dopo quella super-eruzione.

Ma l'attualismo e l'uniformismo di Lyell rappresentarono un successo intellettuale per l'epoca ed esercitarono una profonda influenza sugli scienziati contemporanei. Un altro punto a favore per i sostenitori di questa concezione fu portato, nel 1842, dalla pubblicazione di The Structure and Distribution of Coral Reefs, con la prima esposizione della teoria esplicativa (in gran parte corretta) sulla formazione degli atolli corallini a laguna centrale. I coralli crescono nelle acque poco profonde alla periferia di una preesistente isola centrale, poi sommersa per un fenomeno di subsidenza che non può essere altro che lento e graduale, tale da consentire ai coralli di continuare a crescere in acque sempre poco profonde.
Fu quella la prima pubblicazione scientifica del giovane Charles Darwin che, reduce da un lungo viaggio intorno al mondo, aveva ormai iniziato a rimuginare a modo suo sull'estensione degli effetti di piccole modificazioni, cumulati sull'immensità del tempo geologico. Darwin fu fortemente influenzato dall'attualismo di Lyell, e nella esposizione della teoria dell'evoluzione si legò mani e piedi al gradualismo, anche contro il parere di alcuni dei suoi amici e sostenitori, non convinti della necessità di tale vincolo: Thomas Henry Huxley gli scrisse "Ti sei caricato di una difficoltà inutile abbracciando Natura non facit saltum senza riserve".
Le ragioni filosofiche di questa impostazione originaria ostinatamente gradualista porterebbero questo discorso troppo lontano, ma Darwìn stesso si rendeva conto delle difficoltà, poichè la galleria dei fossili, per quanto allora molto più sfornita rispetto ad oggi, manifestava già piuttosto evidenti discontinuità nelle successioni di faune.
Ed infatti non pochi problemi e fraintendimenti hanno ostacolato lo sviluppo e la comprensione della teoria dell'evoluzione a causa di tale presunta necessità di continue piccole modificazioni graduali.
Il paradigma attualista di Lyell può ancora essere abbastanza valido, per una crosta terrestre che può fratturarsi, sollevarsi o sprofondare, comprimere roccce e sedimenti, ma i cui componenti non si riproducono. Ma l'evoluzione biologica non ha alcuna necessità di procedere a ritmi costanti: perchè è invece una storia di discendenze, e non esclude affatto "punti caldi" di diversificazione e cambiamento, quando si tratta di riempire ambienti "vuoti" e, in assenza di concorrenza, quasi tutte le varianti possono funzionare piuttosto bene. Fu così quando, dopo 3 miliardi di anni di storia, per quanto combattuta ed avvincente, di soli microbi, 540 milioni di anni fa i primi vermiciattoli pluricellulari entrarono nel Cambriano e i loro discendenti sperimentarono una varietà mai più eguagliata di diversità di piani di organizzazione anatomica, di fronte ad una modalità di vita mai provata prima e liberi da vincoli storici di architettura corporea.
Ma fu così anche quando, più volte, immani catastrofi causarono grandi estinzioni di massa, liberando la possibilità di colonizzare ambienti, prima saldamente occupati, per quei pochi superstiti privi di speciali pregi adattativi, salvo l'avere in mano il biglietto vincente della lotteria.
E così, ad esempio, se 65 milioni di anni fa quel meteorite non avesse colpito la Terra spazzando via la gran maggioranza delle specie allora esistenti, forse oggi potrebbe esserci al mio posto un sauro di media taglia a digitare su una tastiera ergonomicamente sagomata per esigenze rettiliane.
E il mio alter ego squamato, discettando di evoluzionismo, tratterebbe legittimamente come piccole bizzarrie alquanto curiose quegli animaletti notturni pelosi, che allattano i loro piccoli, ineluttabilmente relegati ad occupare nicchie ecologiche tutto sommato marginali.

domenica 14 ottobre 2012

Campi Flegrei


Si può essere anti-divisti finchè si vuole, ma incontrare sulla propria strada un'autentica star di chiara fama qualche emozione la suscita sempre. Se poi nelle pieghe della biografia dell'oggetto della nostra devozione si scova una soluzione a qualche piccolo enigma personale, c'è un sottile supplemento di soddisfazione.

La cittadina di Baia, a nord di Napoli, è il sito di un complesso termale di epoca romana di dimensioni davvero impressionanti; ma soprattutto il castello aragonese che sovrasta l'abitato ospita il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, una vera sorpresa per ricchezza e bellezza di reperti. La zona è soggetta a bradisismo, il lento abbassamento o innalzamento del suolo, per cui lo stesso centro storico romano di Baia è oggi completamente sotto la superficie del mare, e molti reperti sono stati ripescati dopo secoli di immersione.
Nel presentare una statua di Iside (i culti egizi erano ben in voga in epoca precristiana) visibilmente reduce da lunga esistenza palombaresca, la guida ha attribuito, peraltro in perfetta concordanza con la targhetta didascalica, i fori e le intaccature sulla superficie a "Litodomi", animali dei quali nè io nè una giovane prossima collega più specializzata di me sugli esseri marini, abbiamo trovato traccia nelle rispettive memorie, nè in questa logora e vetusta, nè in quella più fresca di età e di studi.
Ci siamo quindi entrambi ripromessi di verificare a casa l'eventuale svarione. Ebbene, ho dovuto constatare che i Litodomi, in una denominazione poco usata, non sono altro che i preziosi e prelibati datteri di mare (Lithophaga lithophaga), vietatissimi, oltre che per la loro stessa salvaguardia, appunto perchè la raccolta comporta lo sgretolamento della roccia su cui essi si fissano. Poichè dunque, se non altro come nome improprio, i Litodomi esistono, non posso fare altro che rinfoderare il mio scherno ed assegnare un punto a favore della guida e degli estensori delle targhette del museo. Ma la nomenclatura già è una necessità ordinativa che ben poco può avere di eccitante: perchè complicarsi ulteriormente la vita con nomi inappropriati ? Se proprio si volesse italianizzare il nome scientifico, sarebbero casomai Litofagi, non Litodomi.

Così, senza che sapessi di essere già in svantaggio per zero a uno, da Baia si è passati per l'abitato di Pozzuoli, dove ho avuto l'occasionale incontro con quella celebrità della Storia Naturale. Ne avevo letto in un saggio di Stephen Jay Gould (1), e la fugace visione - non facevano parte del nostro itinerario, e mi sono dovuto accontentare di un'occhiata, rapida ma attenta, dal finestrino del pullman - delle imponenti tre colonne del cosiddetto Tempio di Serapide (e ci intrecciamo ancora con un culto egizio ed anche con una attribuzione errata, poichè facevano parte in realtà del complesso di edifici del mercato) è stata un attimo di quelli che restano nella memoria. E una rilettura del saggio era d'obbligo per l'occasione.

Charles Lyell (1797 - 1875), considerato il padre della geologia moderna, scelse l'immagine delle tre colonne di Pozzuoli come ouverture di tutte le dodici edizioni del suo trattato più importante (e fra i più importanti della storia della scienza), Principles of Geology, a partire dal 1830.
Di tutta la gamma di ambiti geologici presi in esame nei tre volumi del ponderoso trattato, l'area vesuviana è quella che di gran lunga riceve la maggiore attenzione. Ed a proposito delle colonne di Pozzuoli, Lyell fa due osservazioni cruciali: "lisce e intatte fino all'altezza di circa 360 centimetri sopra la base" sui circa 12 metri di altezza complessiva, e quindi: "Sopra questo livello c'è una zona, alta circa 270 centimetri, in cui il marmo è stato scavato da una specie di mitilide marino perforante, il Lithodomus."
Toh, chi si rivede. La relativa nota, neanche di Gould, ma del traduttore Libero Sosio (che considero affidabilissimo) è laconica: "Meglio noto oggi come Lithophaga lithophaga, è il comune dattero di mare". Litodomo è dunque una denominazione semplicemente desueta e fuori corso. Non escluderei che l'essere citato come tale nel testo più fondativo della scienza geologica, abbia favorito la persistenza del fantasmatico Litodomo nella nomenclatura usata da categorie quali curatori di musei e affini.
Lo scopo delle osservazioni di Lyell non era però quello di risolvere i miei dubbi in merito al dattero di mare. Le colonne, scoperte nel 1750, erano state erette nel I o II secolo d.C., ovviamente sopra il livello del mare; i segni delle litofaghe (oh, là: tiè !) fin oltre i sei metri di altezza indicano uno sprofondamento di tale consistenza (i datteri di mare vivono solo sotto la linea di bassa marea), mentre la base, per oltre tre metri e mezzo, era presumibilmente ricoperta di sedimenti o di ceneri vulcaniche; seguito poi da uno speculare sollevamento di nuovo sopra il livello del mare, dove si trovano ora, nel breve volgere di meno di 2000 anni. E tutti questi, pur macroscopici, movimenti devono essere stati sufficientemente lenti e delicati da non far cadere le colonne.
Per capire l'importanza dell'argomento occorre immergersi nello "spirito del tempo": nell'epoca in cui Lyell scriveva era in voga la concezione, detta "catastrofista", di una Terra staccatasi dal sole come globo incandescente e poi progressivamente raffreddatasi. La storia geologica sarebbe stata dunque plasmata da immani sconvolgimenti generati dal raffreddamento e indurimento della crosta, accompagnati dal raffreddamento e contrazione del magma fuso all'interno, con successivi episodi di collasso delle cavità che in tal modo si sarebbero generate tra crosta e mantello. Tale teoria forniva anche una direzionalità precisa agli eventi geologici, poichè i cataclismi in grado di modificare l'aspetto del pianeta sarebbero sì tuttora in atto, ma in corso di progressivo rallentamento, con l'approssimarsi di una tranquilla maturità per una Terra in gioventù ben più focosa (in senso letterale) e turbolenta.
Lyell era invece il più autorevole esponente della scuola di pensiero opposta, detta "attualista" o "uniformista": la storia geologica è modellata da fenomeni che possiamo osservare attualmente in azione, e che possono cumulare grandi effetti attraverso minime alterazioni continue e graduali: il corso d'acqua scava la roccia giorno dopo giorno per formare gole e valli, e minime quantità di sedimenti depositati continuamente plasmano le grandi pianure, le montagne si sollevano terremoto dopo terremoto e vengono continuamente erose: i grandi eventi catastrofici possono avere un effetto locale e temporaneo, ma non sono molto rilevanti nel corso generale della storia: lasciano semplicemente tracce più vistose e appariscenti rispetto alla quotidianità di fenomeni lenti e continui come erosioni e sedimentazioni. La Terra sarebbe quindi in uno stato complessivamente stazionario e la storia geologica non è, nel complesso, direzionale: terre si sollevano ed altre sprofondano; minimi sollevamenti e lente erosioni plasmano le montagne.
Ora possiamo capire il perchè di tanta attenzione riservata al vulcanismo del Golfo di Napoli: quale entità geologica più dell'area vesuviana è legata all'idea di grande catastrofe nella storia e cultura dell'Occidente ?
Il drammatico racconto di Plinio il Giovane della morte del nonno per osservare l'eruzione del 79 d.C.; la scoperta (recente ai tempi di Lyell) di Ercolano e poi di Pompei con le loro figure di vita quotidiana pietrificata all'improvviso; l'impressionante formazione del Monte Nuovo, un cono vulcanico alto 133 metri spuntato dal nulla alla periferia di Pozzuoli in meno di 48 ore di eruzione, tra il 29 settembre ed il 1 ottobre 1538.
Persino Amelia la fattucchiera che ammalia dal suo antro sul Vesuvio trama attivamente per sottrarre il prezioso decino portfortuna a Paperon de' Paperoni: pare davvero che ogni evento disastroso debba scatutrire da questo preciso punto della Terra.
Lyell andava dunque a giocare la sua partita intellettuale sul campo avverso: affiancata alle argomentazioni teoriche sulla non determinante rilevanza degli sconvolgimenti disastrosi e puntiformi nella grande scala del tempo geologico, l'osservazione diretta di un fenomeno di abbassamento e risollevamento del suolo tanto esteso e macroscopico, verificatosi nel brevissimo lasso di tempo di meno di duemila anni e dovuto solo a piccoli movimenti lenti e graduali, come quello delle colonne di Pozzuoli, in uno scenario tanto prodigo di cataclismi, gli forniva un appiglio particolarmente favorevole per mostrare le superiori possibilità del gradualismo nello spiegare tutta la varietà della storia geologica del pianeta.
Oggi immagino che la maggior parte dei geologi non abbracci più un uniformismo così intransigente e la storia geologica sia interpretata con più flessibilità rispetto alle rigidità di Lyell, ma in quel momento egli celebrò il suo trionfo intellettuale in "territorio nemico" esponendo a mò di trofeo l'immagine delle colonne di Pozzuoli in apertura dei Principles of Geology.

Il discorso meriterebbe però a questo punto un'appendice e l'apertura di qualche parentesi. Ma, onde non fare la fine di Franco Bragagna, rimanderò le estensioni ad una prossima puntata. A presto.

(1) S.J. Gould - Le colonne della saggezza di Lyell - in: Le pietre false di Marrakech. Il Saggiatore, 2007.

venerdì 12 ottobre 2012

martedì 2 ottobre 2012

Anniversari - 2 ottobre 1869 : Buon compleanno, Mahatma !


"E' probabile che le generazioni future stenteranno a credere che un simile uomo sia mai esistito sulla Terra in carne e ossa."
Albert Einstein, 2 ottobre 1944.